Stiamo lavorando per voi


Ciao a tutti!
Siamo le tre volontarie del progetto di servizio civile nazionale "Genova giovane sono io!", che stiamo svolgendo nell'ufficio "Informagiovani" del Comune di Genova.
Il progetto a cui lavoriamo è particolarmente ambizioso. Tra i suoi obiettivi rientra la creazione di una rete di giovani da mettere in contatto con soggetti, istituzionali e non, che si occupano di lavoro e formazione.
A questo proposito, vi invitiamo a contribuire attivamente alla buona riuscita di questa piattaforma. Diteci la vostra sul mondo del lavoro, mandateci del materiale sul tema: vi dedicheremo una sezione del blog e vi daremo spazio sui mezzi a nostra disposizione.
Inviateci racconti, commenti e rispondete ai sondaggi che vi proponiamo in home page. In particolare siamo curiose di conoscere le esperienze di chi, come noi, sta svolgendo il percorso di servizio civile.
Aspettiamo il vostro contributo!

Scriveteci a scvinformagiovani@comune.genova.it

mercoledì 1 ottobre 2014

CERCARE LAVORO ALL’ESTERO O RESTARE IN ITALIA? I RISULTATI DEL NOSTRO SONDAGGIO

Come chi ci legge da un po' saprà, due mesi fa abbiamo lanciato un sondaggio a campione sul tema "Credi che andare all'estero offra più opportunità di lavoro?". Le 4 risposte che avevamo indicato, che certamente non esauriscono la vasta gamma di situazioni possibili, erano:
- sì e sono sul punto di partire;
 
- sì, abito all'estero e credo di aver fatto la scelta giusta;
- no, mi piacerebbe restare in Italia ma non escludo di cambiare idea in futuro se le cose non cambiano;
- no, ho studiato tanti anni in Italia e ora pretendo di trovare lavoro nel mio Paese.
È emerso che la maggior parte dei nostri lettori vorrebbe trovare lavoro in Italia. Di seguito riportiamo alcune testimonianze sull'argomento, sentitevi liberi di esprimere la vostra opinione!
 


DOMENICO, 29 ANNI, VIVE A EDIMBURGO DA 3, DOVE STUDIA “SOUND ENGINEERING & MUSIC PRODUCTION”:
“Ho votato: sì, abito all'estero e penso di aver fatto la scelta giusta! Vivo in Scozia, a Edimburgo. In questi 3 anni ho imparato la lingua perfettamente, partendo da un Inglese mediocre, e visto che ci sono tanti spagnoli ho imparato anche lo Spagnolo, quindi una grossa crescita personale. Spesso l’effetto deprimente dell’Italia influisce negativamente su chi ha il dubbio tra partire e restare. A mio avviso non è mai troppo tardi per un cambiamento, che nel 99% dei casi è qualcosa di molto positivo.”

DYLAN, 28 ANNI, STA SVOLGENDO UN DOTTORATO DI RICERCA IN "NEUROSCIENZE COMPUTAZIONALI" A CAMBRIDGE:
“Dopo una lunga esperienza Erasmus all'estero, culminata in una tesi specialistica, è stato abbastanza naturale per me proseguire gli studi lontano dall'Italia. Soffro senza dubbio la lontananza da casa e dai miei connazionali, ma ho scelto di dare la precedenza alla carriera: dopotutto il lavoro è ciò in cui investo la maggior parte del mio tempo, e condizionerà la mia vita futura. Le difficoltà con cui si misurano quotidianamente i miei coetanei rimasti in Italia e, più in generale, le notizie economiche e politiche hanno rafforzato la convinzione che questa è la scelta giusta.“

GIAN LUIGI, 33 ANNI, CHIMICO, RICERCATORE A TEMPO DETERMINATO ALL’ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA:
"Durante il dottorato ho passato un periodo di 3 mesi all’estero che mi è servito per apprendere un modo diverso di lavorare. Alla fine del dottorato ho poi deciso di rimanere a Strasburgo per 2 anni per approfondire le mie conoscenze, ma senza un’idea precisa sul futuro. Terminato il postdoc, ho cercato di tornare e portare le mie competenze in Italia. L’occasione mi è stata offerta dall’Istituto Italiano di Tecnologia. Vivere all’estero pone problemi diversi (difficoltà di inserimento mai superabili completamente, posizioni di lavoro precarie, lontananza dalla famiglia), rispetto al vivere in Italia (alta disoccupazione e condizioni di lavoro spesso non tutelate, condizioni politiche insoddisfacenti, stagnazione dei sistemi di assunzione). Sia a Strasburgo sia in Italia ho dovuto farmi spazio in ambienti ostili, con la consapevolezza che l’unica vera terra che mi appartiene è la mia esperienza personale: farla fiorire all’estero significa imparare qualcosa di nuovo, farla fiorire in Italia significa portare indietro qualcosa di nuovo. E io adoro le cose nuove."

ROBERTO, 30 ANNI, È UNO SCENEGGIATORE E RUBRICISTA PER ALCUNE RIVISTE:
"Io sono per restare qui: ci vorrebbe molto tempo per conoscere i meccanismi dell'estero, quali sono le case di produzione, i giornali, come ci si presenta o come si può arrivare a proporre le proprie idee. E poi, per me che scrivo, c'è il problema della lingua. Ma c'è un fatto che conta più di tutti: in questi anni siamo andati dietro all'ambizione, forse è arrivato il momento di pensare anche - magari non solo, ma anche - alla qualità della vita. Spesso, nel posto in cui sei nato e cresciuto, è più facile sentirti a tuo agio."
 
 

1 commento:

  1. Sarà banale ma bene come in Italia non si sta da nessuna parte! non per niente molti stranieri hanno come sogno venire da noi.

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